Luoghi da Visitare
sul Lago di Garda
Monte Baldo
Il Monte Baldo è un massiccio montuoso con un altezza variabile dai 65 mt ,a livello del Lago di Garda, ai 2218 mt di Cima Valdritta, la sua cima più alta, è compreso tra le provincie di Trento e Verona e separa due grandi valli che, modellate dai ghiacciai quaternari, hanno dato origine al lago di Garda e alla Val d’Adige.
Il gruppo è suddiviso in dorsale del Baldo, culminante alla Punta Telegrafo (mt 2199) e Monte Altissimo di Nago (mt 2070).
Nel versante occidentale scende abbastanza ripido verso il Garda, interrotto solo dagli stretti pianori di Prada, San Zeno e Albisano.
Nella parte meridionale si trova un’ampia conca tra la dorsale del Baldo e le ripide scarpate sulla Val d’Adige, tra Novezzina e Spiazzi, a formare il bellissimo altopiano prativo dove si trova Ferrara di Monte Baldo.
Verso sud, dove le valli del Garda e dell’Adige si estendono e quasi si toccano, il Baldo degrada verso la conca collinare di Caprino Veronese.
Il Monte Baldo viene anche chiamato “il giardino d’Europa” per il suo grande patrimonio floristico.
Alcune specie di flora e fauna sono sopravissute alle glaciazioni poiché si trovavano sopra il livello dei ghiacciai, come un’isola in mezzo al mare, mentre in altre zone sono totalmente scomparse. Così sono nate le cosiddette specie endemiche del Baldo che si possono ammirare nell’Orto Botanico del Monte Baldo a Novezzina.
Grazie alle caratteristiche morfologiche molto varie il Baldo presenta diverse zone climatiche, che vanno dalla fascia mediterranea alla fascia montana, boreale e infine alpina. Ognuna di queste fasce possiede vegetazione diversificata.
Così possiamo trovare in quella mediterranea la presenza di olivi, viti, agrumi, lecci, carpino nero, orniello e roverella e, un po’ più in alto castagni e avena, oltrechè le specie a fusto basso come orchidee, cappero, rosmarino,lantana, l’alloro, la primula, la lavanda, la ginestra e molti altri.
Mentre sui 1000 metri, nella fascia montana, troviamo il faggio, il tiglio, l’abete bianco e il larice, nella fascia boreale sopra i 1800 mt invece vi sono il pino mugo, il ginepro alpino e l’erica.In questa fascia troviamo anche delle fioriture di grande importanza : oltre al croco bianco e la genziana, le endemiche Carice e Anemone del Baldo e la rara Pianella della Madonna.
Nell’ultima fascia, quella alpina, la vegetazione è di tipo rupestre, caratterizzata dalla potentilla, il raponzolo, il rododendro e la presenza dell’erba rara Caglio del Monte Baldo.
Borghetto di Valeggio sul Mincio
Borghetto è famoso per gli incantevoli mulini e per i resti possenti del Ponte Visconteo sul fiume Mincio.
Il Ponte Visconteo fu costruito nel 1393 per voler di Gian Galeazzo Visconti ed era collegato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate ed integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km.
Dalla cima della collina, il Castello continua a dominare con le sue torri la Valle del Mincio : della sua parte più antica resta la Torre Tonda, particolare costruzione che risale al XII sec., mentre il resto del complesso è del XIV sec. .Dentro il borgo, sopra i resti della Pieve romanica dedicata a Santa Maria del sec. XI è stata costruita la chiesa di S.Marco Evangelista in stile neoclassico.
La storia di Borghetto, il cui nome significa “insediamento fortificato”, è legata strettamente al punto in cui si trova : è sorto infatti, fin dall’ antichità, nel punto più agevole per il guado del fiume Mincio.
La posizione è quindi un punto di passaggio importante e strategico e una zona di confine tra le terre del Mantovano e quelle del Veronese. In questa zona di frontiera si sono succeduti i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima Repubblica di Venezia e, in tempi più recenti, l’Austria e la Francia.
Borghetto offre un paesaggio suggestivo, immerso nella natura e in perfetta simbiosi con il fiume. Un piccolo villaggio di poche case, immerso nelle acque del Mincio che qui si apre e si incanala in vari bracci che convogliano l’acqua verso le grandi pale degli antichi Mulini, recentemente trasformati in piccoli centri di accoglienza per i turisti.
Rocca di Garda
A sud della città di Garda vi è uno sperone di roccia a picco sul lago, chiamato la Rocca di Garda, dove un tempo sorgeva il Castello, simbolo della potenza politica e militare dell’antica cittadina di Garda.
La Rocca di Garda aveva grande fama di inespugnabilità e un’importanza tale, da cedere il proprio nome all’intero bacino del Benacus, sostituendo l’antico nome latino del lago a quello moderno di origine germanica.
RoDal punto di vista geologico la Rocca di Garda è un monte emerso dal mare nel periodo miocenico e in seguito modellato dalla morsa del ghiacciaio del Garda. Le sue pendici sono molte boscose, ricoperte dalla tipica vegetazione mediterranea, mentre sulla cima vi sono querce e castagneti secolari.
Dai reperti archeologici rinvenuti, la presenza umana sulla Rocca risale all’Età del Bronzo e del Ferro. Fortificata in epoca longobarda, la Rocca è famosa per essere stata nel X sec. la prigione della regina Adelaide di Borgogna.
Dagli scavi archeologici compiuti sulla Rocca, sono state rinvenute alcune murature che ci danno un’idea di come doveva essere l’antico castello ; un edificio ampio, a pianta rettangolare, quasi a strapiombo sul lago.
Le fondazioni superstiti, risalenti all’Alto Medioevo, hanno dimostrato il lungo utilizzo abitativo dell’intera area ed il suo impiego come luogo di sepoltura.
Vicino alla Rocca, nel 1663 attorno alla chiesa di San Giorgio fu edificato l’Eremo dei Monaci Benedettini Camaldolesi, monastero di clausura, di cui si possono visitare solo alcuni cortili interni e la chiesetta.
La chiesa conserva un’ interessante pala di San Giorgio che uccide il drago : dietro l’edificio vi sono le celle dei frati e la foresteria, uno stupendo belvedere sul golfo di Garda ed un piccolo cimitero dei frati.
Strada della Forra
Tremosine è chiamata anche “Terrazzo del Lago” poiché è situata su un movimentato altopiano a strapiombo sulla riva occidentale del Lago di Garda.
Per arrivare a Tremosine si percorre una strada lungo la profonda forra del torrente Brasa, a tratti scavata nella roccia e a tratti a sbalzo su strapiombi.
Per lunghi secoli fino ai primi del Novecento, l’altopiano di Tremosine era collegato alla sponda del lago, 300 metri più in basso, solo da un impervio e ripidissimo sentiero.
Strada della ForraSolo nel 1913, per iniziativa del parroco del paese, fu costruita la strada che dal Porto sale alla frazione di Pieve e da qui arriva a Vesio. Dopo quattro anni di faticosissimo lavoro manuale e di mina, nacque la “Strada della Forra” e all’epoca, la stampa nazionale ne diede molto risalto e la definì “la strada più bella del mondo”.
All’interno della Forra è collocata l’effige della Madonna, proclamata nel ’60 “patrona degli automobilisti di Tremosine”.
Incastonata nelle viscere della montagna, lungo la spaccatura scavata dal torrente Brasa, la strada è a serpentina con una vista sul lago davvero unica, un percorso suggestivo che affascina per le rocce, le gallerie, le gole e gli scorci del paesaggio.
Valle di Ledro
La Valle di Ledro è una valle prealpina di origine glaciale, situata nel Trentino sud occidentale, a circa 650 metri di altitudine : si collega ad ovest con la Valle del Chiese e ad est con il Lago di Garda.
Il torrente Ponale che la percorre ha origine dal lago di Ledro posto in mezzo alla Valle e termina nel Lago di Garda con una cascata di 30 metri.
Il verde è il colore dominante della Valle : verde nel senso più autentico per l’estensione dei boschi che rivestono il 70% dell’area totale e verde dei vasti prati che succedono alle foreste verso le alte quote.
La presenza umana in Valle di Ledro fin dall’epoca preistorica è testimoniata dall’insediamento palafitticolo rinvenuto nel lago che è entrato recentemente a far parte del patrimonio dell’Unesco e che costituisce una delle più importanti attrazione del luogo.
L’origine del Lago di Ledro è dovuta ad uno sbarramento di origine morenica risalente alla quarta era glaciale.
Oltre al villaggio palafitticolo, altre attrazioni si possono trovare nei piccoli paesi della valle.
All’ingresso della valle, Molina deve l’origine del proprio nome ai mulini che, insieme a segherie, ferriere e chioderie, prosperavano in zona in passato e dove si possono ancora visitare le vecchie fucine che producono i chiodi battuti a mano.
Superati i paesi di Tiarno di Sotto e di Sopra, è possibile raggiungere il vicino biotopo del piccolo Lago d’Ampola, un’oasi protetta di grande interesse naturalistico e che conduce alla scoperta di meravigliose piante acquatiche e di palude.
Santuario di Montecastello
Il Santuario di Montecastello sorge su uno spuntone di roccia calcarea a 700 mt di quota, a picco sul Lago di Garda.
Si trova a Tignale, un borgo posto quasi interamente su un altopiano, immerso nel verde degli olivi, a balconata sul lago, ma che ha anche una piccola propaggine a lago, chiamata “Prà de la Fam”, dove si trova pure la “limonaia” omonima.
Si tratta di una delle ultime limonaie sul Lago ancora in funzione e risale al XVII secolo. Questa serra dei limoni è un esempio delle particolari strutture architettoniche presenti sul Lago di Garda, soprattutto nella Riviera Occidentale, che servivano per proteggere da eventuali inverni rigidi le molte coltivazioni di agrumi esistenti all’epoca.
Il Santuario di Montecastello è uno dei luoghi di culto più importanti non solo di Tignale ma anche di tutto il Lago di Garda.
La sua posizione privilegiata offre al visitatore panorami unici e spettacolari che spaziano dalle alte cime del Monte Baldo alla penisola di Sirmione. Recentemente restaurato, è molto frequentato oltre che dai pellegrini anche da coloro che amano la sua bellezza architettonica, artistica e paesaggistica.
Sorto sui ruderi di un vecchio tempio, poi trasformato in Castello, il Santuario all’ingresso ha due edifici ottocenteschi che ora sono adibiti a strutture di accoglienza per i pellegrini, poi si trova un loggiato e da qui si presenta la scalinata di accesso alla chiesa, su due rampe, che risale al 1599.
Il Santuario è anche chiamato Santuario della Madonna della Stella grazie alla miracolosa apparizione di una “stella” che pose fine ad una sanguinosa battaglia avvenuta a Tignale nel 1200.
Valle delle Cartiere di Toscolano
La Valle delle Cartiere di Toscolano è stata un polo cartario di grande importanza fin dal Quattrocento.
La ricchezza d’acqua proveniente dal fiume Toscolano che scorre lungo la valle e il clima giusto, hanno reso il luogo adatto alla costruzione di numerose cartiere, la prima delle quali funzionava già nel 1381, e all’avvio di un’ intensa attività di produzione e commercio della carta.
Persino importanti stampatori si trasferirono da Venezia sulle sponde del lago per essere più vicini ai loro migliori fornitori.
Nel lungo periodo di attività negli stabilimenti si sono avvicendati valenti fabbricatori di carta come i Delay, i Veronese, gli Hell, gli Emmer, i Bianchi-Maffizzoli e i Donzelli.
Ben 61 cartiere si affiancarono l’una all’altra lungo le sponde del fiume, creando così uno dei poli più grandi e importanti d’Italia.
Agli inizi del XX secolo l’attività cartaria della Valle comincia il suo declino, poiché con l’avvento di nuove tecnologie, l’energia elettrica ha sostituito l’acqua come forza motrice e conseguentemente la produzione cartaria viene trasferita sulle sponde del lago dove i collegamenti sono più agevoli e comodi e dove tuttora continua.
Inoltre, altri fattori, come la forte concorrenza e il crollo del prezzo della carta, determinano un graduale spopolamento della Valle e la cessazione definitiva dell’attività industriale legata alla carta negli anni Sessanta.
Il paesaggio attuale della Valle delle Cartiere di Toscolano è molto suggestivo e caratterizzato da una folta vegetazione , dai resti delle cartiere immerse nel verde e da forre, in alcuni casi molto profonde, incise dal corso d’acqua del fiume Toscolano che, ad esempio, tra le località di Garde e Quattroruote, scorre tra due altissime pareti rocciose.
I resti delle fabbriche, le tracce delle canalizzazioni che convogliavano l’acqua necessaria alla produzione, la strada, a tratti scavata nella roccia, costruita dagli stessi imprenditori cartai, si fondono con la vegetazione rigogliosa che, col tempo, si è riappropriata degli spazi lasciati vuoti dall’industria dopo la fine della produzione cartaria e il lento abbandono della Valle.
Isola del Garda
L’isola del Garda è situata sulla sponda bresciana del lago di Garda nel comune di San Felice del Benaco. È distante ca. 200 mt dal promontorio di Capo San Fermo, è lunga all’incirca un chilometro ed è larga in media 600 mt.
L’ Isola fu abitata già al tempo dei Romani.
Verso il 1220 sappiamo che San Francesco visitò molte località dell’Italia settentrionale, compreso il lago di Garda e su quest’isola tranquilla costruì un semplice romitorio per i frati.
Nel 1429 il vecchio monastero dell’Isola del Garda venne rinnovato ed ampliato e l’isola divenne un importante centro ecclesiastico e di meditazione.
Nel 1797 il monastero venne soppresso definitivamente da Napoleone che divenne proprietario dell’isola.
In seguito l’Isola del Garda passò di proprietà del demanio e negli anni successivi ebbe diversi proprietari che sistemarono la villa e contribuirono alla realizzazione del parco, costruendo muri di contenimento verso il lago e importando terra fertile e piante esotiche.Il palazzo fu arricchito da terrazze sistemate a giardino all’italiana con piante rare e fiori unici.
Tra il 1890 e il 1903 la vecchia villa fu ricostruita e divenne l’attuale grandioso palazzo in stile neogotico veneziano su progetto dell’architetto Rovelli.
Oggi la villa è di proprietà della famiglia Borghese Cavazza che continua ad occuparsi con passione del parco e del palazzo che abitano e che, su prenotazione, aprono al pubblico con visite guidate da aprile ad ottobre.
Rocca di Manerba
La Rocca di Manerba è posta su uno sperone roccioso a picco sul lago di Garda, nella sponda bresciana.
Sulla cima, in posizione spettacolare, si trovano i resti dell’antico Castello medievale conosciuto come “Rocca”, sormontati da una grande croce : sono visibili tre circuiti di mura di difesa datate nel XII-XIII sec..
Tutto ciò è inserito in un’area verde protetta di circa 90 ettari chiamata Parco Naturale della Rocca di Manerba, vero paradiso per gli amanti del trekking e del birdwatching.
Il parco è caratterizzato da una grande varietà di specie vegetali, tra autoctone, piante mediterranee e rarità botaniche , quali splendide orchidee selvatiche : in uno spazio relativamente piccolo moltissime piante che appartengono a climi diversi convivono grazie alla presenza del lago.
Consigliamo la visita del Museo della Rocca, che ospita nel suo interno anche il Museo Archeologico della Valtenesi.
Rocca di ManerbaNella sezione naturalistica si possono ammirare attraverso splendide fotografie le specie arboree e faunistiche che popolano il Parco; nella sezione archeologica, invece, vengono ripercorse le fasi storiche del sito dall’Età del Rame al Medioevo, attraverso l’osservazione dei reperti provenienti dagli scavi archeologici della Rocca, del Riparo Valtenesi, della palafitta di San Sivino e della Pieve di S. Maria.
Parco del Mincio
L’area protetta del Parco del Mincio è stata istituita dalla Regione Lombardia nel 1984 e comprende il territorio dei 13 comuni lombardi che si trovano lungo il fiume Mincio.
Vi fanno parte i comuni di Mantova, Ponti sul Mincio, Monzambano, Volta Mantovana, Goito, Marmirolo, Porto Mantovano, Rodigo, Curtatone, Borgo Virgilio, Bagnolo San Vito, Roncoferraro e Sustinente.
Parco del MincioIl Parco del Mincio si estende in una vasta area formata dal fiume Mincio il quale esce dal Lago di Garda in corrispondenza di Peschiera del Garda (Verona), entra in territorio mantovano a Ponti sul Mincio attraversando le dolci colline Moreniche del Garda e passando tra molti piccoli borghi fortificati e prosegue poi nella Pianura Padana fino ad arrivare al grande fiume Po a Sacchetta di Sustinente.
Il Parco del Mincio comprende al suo interno varie Riserve e Siti Naturali d’eccellenza e offre mille spunti di visita a partire dalle Valli del Mincio, importante zona umida, alle escursioni fluviali nel basso Mincio, organizzate con partenza da Mantova, Grazie di Curtatone e Rivalta sul Mincio, all’osservazione dei nidi delle cicogne nel bosco-giardino Bertone, alle pagaiate tra i canneti e alle biciclettate lungo le svariate decine di chilometri di piste ciclopedonali che attraversano il Parco o che costeggiano il Mincio da Peschiera a Mantova.
Punta San Vigilio
Punta San Vigilio si protende nel lago verdissima di cipressi e ulivi secolari ed è uno dei luoghi più romantici del Garda.
Fu abitata fin dal tempo dei Romani e l’origine del suo nome pare sia da riferire al Santo Monaco Vigilio che qui visse nel sec. IV prodigandosi a convertire le genti del lago al Cristianesimo, oppure, secondo una leggenda, al satiro Vigilio che, amando non riamato la ninfa Stella, accecato dall’ira la tramutò nello scoglio che emerge dalle acque davanti alla penisola che ancora oggi ne porta il nome.
Sulla punta si trova la bella Villa Guarienti, costruita alla metà del 500 su disegno di Michele Sanmicheli, celebre architetto veneto.
La villa, di proprietà privata, è circondata da un giardino di geometrie rinascimentali ed ha accanto la chiesetta di San Vigilio, di più antiche origini rispetto alla villa.
Percorrendo una stradina acciottolata, troviamo il piccolo porticciolo su cui si affaccia la Locanda San Vigilio, uno dei più esclusivi hotel sul lago di Garda.
Sul lato nord della penisola troviamo la Baia delle Sirene, bellissimo golfo incorniciato dal verde dei cipressi e degli ulivi con spiaggia attrezzata e con tutti i servizi per godersi appieno le calde giornate estive.
Alle spalle di questa penisoletta, si trova il Monte Luppia famoso per le sue preistoriche “incisioni rupestri” : oltre 3000 immagini catalogate rappresentanti uomini, armi, animali e simboli vari.
Parco Naturale della Lessinia
Il Parco Naturale della Lessinia, istituito nel 1990, occupa ben 10.000 ettari della parte sommitale dei Monti Lessini, tra le provincie di Verona e Vicenza.
Il Parco Naturale della Lessinia ha lo scopo di valorizzare e preservare questo territorio ricco di storia, archeologia, aspetti naturalistici e geologici unici, nonché di tutelare il patrimonio etnico, culturale e linguistico delle popolazioni “Cimbre”.
Il Parco Naturale della Lessina è un vasto altopiano di boschi e pascoli dove natura e tradizioni di antiche popolazioni si fondono : terra di spettacolari fenomeni carsici e caratteristiche contrade dai tipici tetti in pietra, di ricchi giacimenti fossili unici al mondo, a testimonianza della sua origine.
Famosi sono i giacimenti fossiliferi di Bolca-Pesciara e Monte Postale, che hanno fornito reperti di specie vegetali ed animali degli ambienti lagunari e oceanici.
Oltre 50 milioni di anni fa nell’area del Parco Naturale della Lessinia, al posto di Bolca e di tutta la Lessinia, c’era un mare caldo, ricco di fauna e flora tropicali. Decine di migliaia di fossili, pesci e di piante dell’Era Terziaria sono stati estratti dalla Pesciara di Bolca e si possono oggi ammirare nel locale Museo dei Fossili.
Terrazza del Brivido
A Tremosine è situata la Terrazza del Brivido, un’altra particolarità di questo territorio a picco sul lago.
Si tratta di una terrazza vera e propria, sospesa a 350 mt sul lago, da cui si può godere di un panorama che toglie il fiato, anche a chi non soffre di vertigini.
Se la giornata è limpida e c’è il sole lo spettacolo è unico , romantico e pauroso allo stesso tempo, visto lo strapiombo sul quale è costruita la terrazza.